Con Agatha a Istanbul

La realtà è sempre punteggiata da aspetti insondabili che sfidano le nostre capacità razionali. E l'autrice dei cinque racconti riuniti in questo volume è maestra nel cogliere simili squarci nel tessuto compatto della logica, abilissima nel rendere le impalpabili atmosfere che da essi si sprigionano. Sono storie squisitamente femminili e condividono lo stesso senso di straniamento, la stessa sospensione tra realtà e non-realtà che a tratti può assumere i contorni evanescenti del sogno, dell'amnesia, del sospetto. I personaggi e le loro vicende, ben calati nella concretezza del quotidiano, a un certo punto spiccano il volo verso un reame indefinito in cui non è più possibile discernere l'inganno e le illusioni della verità. In un primo momento, questa dimensione "altra" si configura come disagio, in seguito si trasforma in rifugio e le protagoniste vi scoprono una loro nicchia sorprendente, aperta forse ad altre soluzioni. Troviamo la ragazzina forzata dal padre a entrare in convento, nell'interessato tentativo di farle credere che il passato e il mondo esterno siano soltanto finzione e demonio; la manager esaurita, perseguitata da una visione ossessiva; la giovane sposa che misteriosamente si concilia con l'idea della morte; la donna afflitta da improvvise amnesie che le fanno smarrire la percezione del tempo e della propria identità; la moglie, memore di Agatha Christie, che si crede tradita dal marito durante un viaggio in una brumosa Istambul e vaga nelle stanze dell'albergo che ospitò la giallista... Pervasa da un'inquietante angoscia, perfettamente calibrata nel suo suggerire esperienze difficilmente comunicabili, un'opera dotata di un fascino malinconico e perversamente delicato, oltre che di un'altissima qualità letteraria.