Pasionaria e i sette nani
"Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio": dalla storia scritta appena ieri si leva forte la voce inconfondibile e trascinante di Dolores Ibarruri, la "Pasionaria", eroina della guerra civile spagnola e faro del comunismo internazionale - il cervello allineato con la politica di Stalin e il cuore generoso cantato da Neruda, Hemingway e Alberti. Di lei e delle sue battaglie un grande scrittore come Vazquez Montalban traccia un ritratto a tutto tondo, acuto e onesto, che restituisce luci e ombre di questo personaggio chiave del nostro secolo affascinante e controverso, ma ancora poco conosciuto nelle sue incendiarie sfaccettature. Come donna si è conquistata l'ultima parola in un mondo di uomini; come "animale politico" ha macinato battaglie figurando tra i fondatori del Partito comunista spagnolo e distinguendosi per l'accesa militanza all'interno del Comintern; come autodidatta, infine, si è rivelata immune dai sofismi di certi intellettuali del suo tempo.La "favola" della rivoluzionaria basca scomparsa a 94 anni, dopo averne passati 38 in esilio a battersi per la caduta del franchismo, si dispiega dalla nascita a Gallarta nel 1895 alla morte a Madrid nel 1989: in mezzo rivivono l'impegno tenace degli articoli e dei discorsi ai miliziani, Il mondo dei Santiago Carrillo, dei Marcelino Camacho, dei politici sconfitti come José Diaz e degli intellettuali incompresi come Semprun e Claudin, destinati tutti a risultare incerti e grigi comprimari, nani appunto, rispetto alla Biancaneve della politica.Un saggio appassionato, rigoroso e documentato, capace di rievocare con forza drammatica figure, ideali e battaglie per la libertà che hanno segnato il nostro secolo.
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