Io, Franco
In questo straordinario libro, Manuel Vàzquez Montalbàn, unendo la passione del romanziere alla sapienza dello studioso, stila non una biografia, ma un'autobiografia del generalissimo Franco: calandosi infatti nei suoi panni e cogliendo l'aspetto dominante della sua personalità, ossia la sfrenata, tragica ambizione, ne mette in scena la viva voce. A essa fa da contrappunto il commento di un fittizio letterato comunista, incaricato di registrare la vicenda personale e ufficiale del Caudillo. La vigile ironia dell'autore catalano governa tutto l'impianto che, con la sua struttura doppiata, consente di demistificare, contestare e demolire il personaggio e tutto il suo corredo di anedottica agiografica, frutto dell'adulazione di cui egli amava circondarsi. Nato nel 1892 in Galizia e morto nel 1975, dopo quarant'anni di regime autoritario- che Montalbàn sperimentò quasi per intero, passando anche un anno in prigione per reati politici-, Francisco Franco Bahamonde fu, nell'opinione di chi scrive, un dittatore mediocre. Sprovvisto delle doti istrioniche e della forza carismatica di Hitler e Mussolini, limitato, diffidente, schiavo di un complesso di inferiorità, fu coraggioso solo nelle azioni militari. Freddo e capace di un odio spietato, al termine di una guerra civile costata un milione di vittime, "fece pulizia" di sionisti, massoni, marzisti; condannò a morte duecentomila oppositori del regime, zittì l'avanguardia politica, culturale e artistica spagnola, nonchè il movimento operaio, affossando il Paese in un pantano di corruzione. L'autore non salva, del resto, neppure i suoi, rinfacciando loro le violenze e gli errori commessi e accusandoli di non essere riusciti a trasmettere la loro eredità alle generazioni successive. Rigorosa e avvincente, un'opera di critica e di riflessione polemica di enorme interesse, salutata in patria da un successo strepitoso.
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