Gli anni in tasca. Breve storia dei calendarietti
Solo chi si è lasciato (almeno) mezzo secolo di vita alle spalle, può rievocare l'emozione intima trasmessa da quei capolavori di gusto ed eleganza che furono i calendarietti tascabili, con i fogli tenuti insieme da un leggiadro cordoncino di seta con nappa, offerti in bustine trasparenti di carta velina e spesso profumati d'essenze penetranti. Oggetti ormai anacronistici, ma proprio per questo degni d'esser rivalutati e non solo dai tanti collezionisti che con feticistica goduria continuano a trattarli con la cura e la dedizione che di solito si riserva ai gioielli d'inestimabile valore o agli animali in via d'estinzione. Tanta dedizione per i nostri... eroi è meritata e ha una profonda ragion d'essere. A lungo, questi cadeau costituirono il biglietto d'ingresso in un mondo poetico e romantico che l'inesistenza degli attuali mezzi di comunicazione rendeva semmai ancor più ampio e sconfinato. In certi ambienti, nei villaggi rurali, ad esempio, o nelle suburre urbane, rappresentavano un autentico passpartout, talvolta l'unico, per i paradisi fittizi del sogno. Una sorta di tessera d'adesione al club dei viveur... sia pur di poche pretese.
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