Fiesta all'italiana. L'irrealtà del reality
A metà tra il romanzo breve e il saggio, "Fiesta all'italiana" introduce il lettore nel mondo del reality televisivo per poi condurlo fuori dagli studi, all'aria aperta, in una Parigi perfettamente letteraria in cui il picaresco catodico sfuma nel gotico narrativo. Nel suo racconto di formazione e diseducazione, di riscatto concreto e astratta redenzione, Pascal Schembri ragiona sulla televisione come mezzo pubblicitario, come medium d'intrattenimento e come messaggio stesso della trasmissione nell'etere. Alla facile sfiducia e superiorità del letterato, contrappone il pragmatismo dell'agente letterario che fa i conti con la scarsa visibilità dei propri prodotti, animando una dialettica che non può che risultare costruttiva. Il contrasto tra reality e fantastico è solo apparente, la miscela corrosiva dei generi non tarda a mostrare la natura esemplificativa del saggio e quella onirica del racconto in un crogiolo di forze dalla sconcertante efficacia.
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