Storia dell'inquisizione in Italia. Dalla metà del '500 alla fine del '700. 4.Milano e Firenze
Questo volume, il quarto della "Storia", è dedicato alle vicende dell'Inquisizione lombarda e toscana. Anche in questo caso le carte dei processi mancano quasi del tutto. L'archivio del S. Ufficio milanese fu infatti bruciato nel 1788 nel cortile di S. Maria delle Grazie, alla presenza delle autorità. Quello del S. Ufficio di Cremona- il più interessante, almeno sino alla fine del Cinquecento, vista l'importanza della città nelle vicende degli eterodossi lombardi-, dapprima consegnato all'arcivescovo della città, fu in seguito anche esso distrutto. L'archivio fiorentino del S. Ufficio infine, che secondo l'editto leopoldino del 1782, doveva essere consegnato dall'arcivescovo, sembra anch'esso, allo stato introvabile. Tuttavia, nel complesso, la situazione toscana è migliore di quella milanese poiché alcuni processi sono arrivati fino a noi (alcuni dell'Inquisizione di Siena della seconda metà del Cinquecento e molti dell'Inquisizione di Pisa). Questo particolare, unito al fatto che la 'eresia' fu assai più sviluppata a Siena che a Firenze, giustifica i due capitoli dedicati nel testo proprio alla situazione senese. Quanto a Lucca, che non fece parte dello stato fiorentino nel periodo da noi considerato e che fu, accanto a Siena, l'altro luogo 'infetto' delle terre toscane, è sembrato opportuno soffermarsi sulle attività messe in opera da quella repubblica per impedire (con successo) che nei suoi territori venisse istituito un tribunale inquisitoriale.
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