«Sono un poeta, un grido unanime». Per Giuseppe Ungaretti a 50 anni dalla morte
Giuseppe Ungaretti è stato per certo il poeta e letterato più fascinoso, curioso e avventuroso del secolo scorso. Inesausto nomade: dall'Egitto, alla Francia, agli anni di insegnamento di letteratura italiana in Brasile (1937-1942). Passò gran parte della sua vita lontano dall'Italia. Gli studi raccolti nel volume ne colgono e sottolineano la formazione in Egitto dove nacque nel 1888 ad Alessandria (nella stessa città che diede i natali a Marinetti e Kavafis e che a lungo ospitò anche Enrico Pea); gli anni della Grande guerra che lo segnarono profondamente. Gli interessi per la musica con il sodalizio con Luigi Nono. L'insegnamento in Brasile con gli approfondimenti degli studi su Petrarca e Apollinaire. E poi l'Ungaretti attento ai cambiamenti del tempo, l'uomo e il poeta moderno: da una guerra vissuta in prima persona a una "subita" da adulto, sino alla curiosità per lo sbarco sulla luna. Infine la sua vicinanza al mondo beat di Allen Ginsberg. Sicuramente Ungaretti colse davvero i sentimenti e i cambiamenti del Novecento, mirabilmente sintetizzati nella sua racconta non a caso titolata Sentimento del tempo .