Dante visualizzato. Carte ridenti. Vol. 3: XV secolo. Seconda parte.
Il volume, terzo della fortunata collana «Dante visualizzato», indaga la tradizione illustrata di quel periodo di snodo della cultura europea e umanistica che è la seconda metà del XV secolo nel quale l'invenzione della stampa ha permesso di affiancare ai manoscritti miniati l'inedito manufatto costituito dagli incunaboli illustrati. La rivoluzione generata dalla moderna editoria determina una rinnovata temperie intellettuale e artistica che, pur mantenendo sempre stretti certi legami concettuali e immaginifici con il Medioevo declinante, annuncia un nuovo rapporto tra esegesi e figurazione, modifica il rapporto con l'utenza a cui i prodotti sono destinati: si perde l'unicità dell'oggetto ma si allarga al contempo la fruibilità dei lettori, spingendo gli illustratori a sperimentare nuove tecniche di rappresentazione artistiche che si affermano soprattutto nelle xilografie. Che questa seconda metà del XV secolo sia realmente una stagione di feconda articolazione tra due tipologie di manufatti è attestato dal magnifico codice Urbinate Latino 365, commissionato da Federico da Montefeltro a Guglielmo Giraldi nel 1474, e che «conclude la stagione della produzione miniata dei codici della Commedia» (Cieri Via), solo di qualche anno dunque precedente al primo incunabolo illustrato.
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