Le liste lessicali del Codice Trivulziano di Leonardo da Vinci. Trascrizione e analisi linguistica
Rispetto al disegno, la scrittura è per Leonardo uno strumento limitato e imperfetto. Eppure di essa non può fare a meno, specie quando, a più di trent'anni, è ormai un affermato artista e ingegnere militare al servizio di Ludovico il Moro. Per poter dare voce alla propria scienza, l'omo sanza lettere deve scrivere (e, soprattutto, scrivere come i grandi umanisti del suo tempo). Leonardo inizia allora una lunga «battaglia con la lingua» (Calvino) che lo porta, per prima cosa, a raccogliere parole. Il risultato sono pagine e pagine riempite di migliaia di vocaboli disposti in colonne: così si presentano le carte del Codice Trivulziano, uno dei pochi taccuini vinciani conservati in Italia, compilato proprio negli anni del soggiorno milanese. Dopo essere rimaste a lungo avvolte nel mistero, al pari forse di un'enigmatica invenzione, le liste lessicali del Trivulziano offrono oggi una sorprendente testimonianza dell'interesse di Leonardo nei confronti del codice verbale, colto in tutte le sue componenti: semantica, grafia, suono.
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