Pirandello e la medicina

Pirandello e la medicina

Fra Otto e Novecento la medicina convoglia nella smerigliata area dell'argomentazione letteraria e gli scrittori, da "cugini della scienza", cercano di decifrare il mistero dell'esistenza scandagliando il corpo, luogo "opaco" in cui si nascondono invisibili lesioni e sintomi indefiniti. La malattia, ampiamente analizzata dalla Scapigliatura, assume una nuova fisionomia nelle pagine di Pirandello. Pur mantenendosi scettico nei confronti dei medici e della scienza, lo scrittore mostra di avere pietà per quanti patiscono morbi e infezioni. Ne deriva una descrizione apparentemente fredda e clinica, ma non disgiunta dal pathos, né estranea a una personale, e talora, quasi privata coscienza del male, inteso sì come infermità fisica, ma anche come riflesso dei malesseri dell'animo. Fanno da sfondo, in alcuni casi, autentiche manie, forse le uniche in grado di spiegare, grazie al capovolgimento umoristico, il «perché del perché».
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