Sul confine. Interferenze letterarie franco-italiane
Nazioni vicine, cugine; nazioni nemiche-amiche. Da sempre Italia e Francia si occhieggiano al di là e al di qua delle Alpi, un po' gelose un po' ammirate, come tra amanti. Si studiano, si imitano, si "scambiano" genio, bellezza, arte, idee, letteratura e anche la lingua; si pensi a quante parole francesi sono ormai entrate far parte dell'italiano. Di questo antico e fitto legame e intreccio di culture, questo volume indaga le interferenze nelle letterature dei due paesi. Composto da cinque saggi discussi durante la conferenza della American Association of Teachers of Italian (AATI) che si è tenuta a Strasburgo nel 2013, il libro può essere idealmente diviso in due sezioni: la prima analizza l'influenza della lingua francese su alcune opere prodotte in Sicilia, mentre la seconda studia il ruolo della lingua italiana all'estero nei secoli scorsi. Nello specifico, il saggio di Chiel Monzone analizza i francesismi presenti nell'opera del poeta siciliano Domenico Tempio, Daniela Bombara ha svolto un'analisi del Romanticismo in Sicilia partendo dalle riscritture di Paul et Virginie, mentre Elisabetta Gaia Guarasci ha incentrato il suo lavoro sull'influenza che Stendhal e Baudelaire hanno avuto su Tomasi di Lampedusa. La seconda sezione è composta dal saggio di Simone Ventura, che analizza le prime traduzioni transalpine del Decameron, e dall'intervento di Emanuela Pecchioli in cui si discute l'influenza che l'artista-attore italiano del Settecento Antonio Riccoboni ha avuto su Diderot.
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