Israele Palestina. Pace o guerra santa. Dallo smantellamento delle colonie al trionfo delle destre
"Ho passato buona parte degli anni Settanta a difendere Israele polemizzando con gli scrittori latinoamericani di sinistra che, per moda, e con atteggiamento conformistico attaccavano Israele e il sionismo considerandoli pedine dell'imperialismo nordamericano. Non mi sono mai pentito di aver combattuto quest'esagerazione e di aver difeso il diritto di Israele a esistere e a garantirsi la sicurezza. [...] Da allora, ogni volta che sono stato in Israele - tranne l'ultima, della quale parla questo libro - ho sempre trovato un settore significativo della società che voleva la pace e il dialogo con i palestinesi e riconosceva il diritto di questi ultimi ad avere un proprio stato sovrano. [...] Dall'assassinio di Yitzhak Rabin e, soprattutto, dal fallimento dei negoziati di Camp David e di Taba del 2000, tutto è cambiato. E lo dimostrano la recente vittoria di Hamas nella Striscia di Gaza e il trionfo elettorale di Kadima, delle destre estreme del Likud e dei partiti religiosi in Israele..." Vargas Uosa cammina per le strade di Gerusalemme, Gaza, Betlemme, visita gli insediamenti dei coloni e il muro, dialoga con intellettuali, giornalisti e persone comuni, arabi ed ebrei, moderati ed estremisti. Ritagliandosi il ruolo di testimone oculare, ci racconta una delle vicende storico-politiche più complesse del secolo scorso, le cui propaggini si spingono fino alla drammatica attualità della cronaca.
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