La verità delle menzogne
Quando produce liberamente la sua vita alternativa la letteratura amplia l'esperienza umana aggiungendole quella dimensione che alimenta la nostra vita recondita: la menzogna. È un diritto che dobbiamo difendere senza rossori: ogni romanzo è un mondo a parte, sovrano, in cui tuttavia si rifrange essenzialmente il mondo concreto: una menzogna nelle cui pieghe traspare una profonda verità. Giocare alle menzogne così come giocano l'autore e il suo lettore è un modo per affermare e difendere l'individuo, per preservare quello spazio di libertà che ci fa sovrani del nostro destino. Il romanzo è un atto d'accusa verso qualsiasi regime o ideologia, una testimonianza patente delle loro insufficienze, della loro incapacità di appagarci a pieno; un corrosivo permanente di tutti i poteri che vorrebbero rendere gli uomini soddisfatti e sottomessi. Le menzogne della letteratura dimostrano che l'uomo non è fatto per essere schiavo e sono una cospirazione permanente affinché non possa esserlo neppure in futuro. Non fino a quando esisteranno i romanzi di Joyce, Dos Passos, Woolf, Fitzgerald, Faulkner, Pasternak, Kawabata, Lessing, Solzenitzyn, Boll e dei tanti altri protagonisti di queste pagine.
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