Le epistole. Libro 1°

Le epistole. Libro 1°

Orazio nelle Epistole dichiara di voler abbandonare gli scherzi della giovinezza per concentrarsi sulle riflessioni morali che potranno essergli utili in una vecchiaia percepita ormai come imminente. Ritiratosi, dunque, in una dimensione di ricerca interiore, abbandona i metri lirici e torna all'esametro, il verso con cui aveva esordito al tempo delle Satire; e scrive lettere a destinatari illustri, come Mecenate o il futuro imperatore Tiberio, oppure meno noti, come il suo fattore o giovani amici intraprendenti. Il risultato è una forma letteraria, quella dell'epistola in versi - del tutto nuova nell'antichità - destinata a grande fortuna fino all'età moderna. Essa serve a Orazio per ripensare la propria esperienza personale (anche di poeta), affrontare importanti temi filosofici, concedersi riflessioni acutissime sui beni e i mali del mondo e dell'animo.
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