Quando ero un'opera d'arte
Il giovane Tazio Firelli si sente brutto e insignificante. Decide di porre fine alla sua inutile esistenza: ma il celeberrimo artista Zeus-Peter Lama lo convince che non sarà certo il suicidio a dargli la tanto desiderata visibilità, anzi. Piuttosto, che ceda a lui la sua vita, che si metta nelle sue mani e lui lo farà finalmente diventare qualcuno. Sotto le abili dita dell'artista, complice un losco chirurgo da obitorio, il giovane viene radicalmente modificato: diventa "Adam bis", la scultura vivente, l'opera di cui tutti parlano. L'anonimato è alle sue spalle, ora è famoso, ma c'è un problema: è famoso come oggetto, non come persona. Per Adam comincia il percorso inverso: un cammino irto di ostacoli tramite il quale l'individuo divenuto oggetto cerca di riconquistare il suo status di essere umano, con l'unico debole aiuto di un pittore cieco e di sua figlia. Con il suo consueto linguaggio semplice e spigliato l'autore di "Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano" coinvolge il lettore in una favola dell'assurdo il cui obiettivo ultimo è portarlo a riflettere sul senso mostruoso che il concetto di 'bellezza' ha assunto ai giorni nostri.
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