Il corpo e il mare
"Una ragazza - scrive Dacia Maraini - racconta in prima persona la sofferenza, la paura, l'umiliazione nei confronti di un padre che la considera sua proprietà e quindi può farne ciò che vuole. Il racconto parte dai pensieri di una bambina ferita e terrorizzata, per trasformarsi col tempo in quelli di un'adolescente allenata all'odio, alla pazienza e al disprezzo di sé, fino alla formazione di un carattere determinato e autonomo che sa giudicare e forse anche perdonare, in un processo di penosa ricostruzione della propria integrità e dignità. Seguirà la ricerca di interessi nuovi, l'esplosione di una vitalità troppo a lungo repressa e la scoperta di poter provare ancora affetti fiduciosi e amicizie appassionate. In questo testo narrativo le descrizioni sono ridotte al minimo. Molto si basa sui dialoghi, dolorosamente portati avanti, fra un padre dalla mentalità inconsapevolmente distorta e una figlia che non sa come sottrarsi al suo equivoco amore. Spesso questi dialoghi prendono una forma che potremmo definire filosofica, tanto insistono, con una logica astratta e incalzante fatta di gelida sensualità e di convulsa ostilità, sulle ragioni della libertà, del possesso, dei limiti dei sensi e dell'autonomia da sé".