I morti del Carso

I morti del Carso

"Dalla sera precedente la bora nera turbinava sulla città trascinando con sé tutto ciò che non era fissato saldamente. Le imposte sbatacchiavano e si sentiva continuamente lo schianto dei vasi di fiori o di altri oggetti che cadevano sulla strada o sulle automobili fittamente parcheggiate". La bora soffia su Trieste ed è come una metafora delle minacce che gravano sul commissario capo Proteo Laurenti. La moglie lo ha appena lasciato, il figlio frequenta una bettola di naziskin e una bomba è esplosa alle porte della città massacrando un'intera famiglia slovena. Trieste è una terra di confine ed è con ogni tipo di confine, geografico, etnico e morale che Laurenti se la deve vedere. Traffico illegale di uomini e merci, contrabbando, odi interetnici, rancori e vendette covati nel corso di decenni attorno a quelle foibe dove sono avvenuti mostruosi delitti politici, storie private dove l'amore si è trasformato in odio feroce...
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