Pizzeria Kamikaze
Haim trova lavoro nella pizzeria Kamikaze, due giorni dopo essersi suicidato. E' l'aldilà dei suicidi e sembra "Francoforte sputata". C'è un pub niente male che si chiama Bar A dove ci sono parecchie ragazze sole. Certo, alcune hanno cicatrici sui polsi, o la pelle molliccia degli annegati, però non è detto che non ci stiano... C'è pure Kurt Cobain dei Nirvana che rompe le scatole a tutti lagnandosi e declamando le sue canzoni. Ad Haim accade anche di finire in un posto pieno zeppo di arabi, suicidi per le note ragioni, e il suo amico Ari chiede al barista Nasser, che ha la faccia disintegrata come un puzzIe non finito: "E' vero che prima dell'attentato vi promettono che settanta vergini fiche e ninfomani vi aspetteranno nell'aldilà?". E' un mondo tallonato dalla depressione e dalla sfinitezza quello che Keret inscena attraverso i suoi racconti, nei quali mostra di possedere una capacità di invenzione surreale e satirica folgorante, uno spirito aspro e guizzante che conferisce alla scrittura un ritmo serrato e trascinante, punteggiato da immagini che producono nel lettore una serie ininterrotta di corto circuiti del senso. E' il tradizionale umorismo degli ebrei dell'Europa orientale che, applicato al nostro mondo postmodemo, produce un inedito e travolgente divertimento.