La casa senza radici

La casa senza radici

"La casa senza radici" racconta, attraverso il personaggio di Kalya, fotografa di origini libanesi in visita al suo paese natale, un momento cruciale della storia del Libano, nel primo violento passaggio da un tempo colmo di bellezza e di opulenza a una fase drammatica di guerra fratricida. Il racconto di Kalya oscilla come un pendolo tra il presente della giornata estiva che si svolge nel palazzo della prozia Odette, e un passato che risale all'adolescenza, condensato nell'estate del 1932, in un'epoca di viaggi e svaghi, sullo sfondo del paesaggio libanese, diviso tra mare e montagne, e un'ammaliante Parigi. Tornano attraverso oggetti della casa di Odette, signora della mondanità cosmopolita di un tempo, i ricordi di altri componenti la famiglia: il prozio Farid, grandioso e irascibile, grande affarista e amante della convivialità e del gioco, la nonna Nouza, tutrice e compagna di favolosi viaggi in Europa, lo zio Mitry, poeta mediocre e delicata presenza, l'alta e nobile figura di Slimane, il cuoco sudanese. Al culmine di un viaggio che è anche il riepilogo di una vita e di molti destini insieme, l'incontro simbolico di due giovani amiche di fede diversa che avviene in una piazza assolata e silenziosa, sotto gli occhi di Kalya, è come l'epilogo di una tragedia. Le due ragazze hanno pianificato l'incontro come una cerimonia che risvegli le coscienze e favorisca la pace. Ma sotto lo sguardo pietrificato di Kalya le due ragazze vengono colpite da un cecchino. Andrée Chedid, libanese residente a Parigi, è una delle maggiori scrittrici contemporanee.
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