Rose del Cairo. Racconti di scrittrici egiziane
"Per la mia generazione" ha detto una delle autrici pubblicate in questa antologia di racconti del Cairo, "la verità con la V maiuscola non esiste più. Allora mi accontento del tangibile, del mio corpo, le mie emozioni. Odio le grandi cause, le parole roboanti: patria, islam, panarabismo". Pur nella sorprendente diversità di voci delle Rose del Cairo, questa dichiarazione evidenzia una comune sensibilità delle scrittrici egiziane contemporanee per il privato, per i sentimenti, per la vita, in particolare quella delle donne. Colpisce l'assenza di mariti e padri-padroni tanto cari all'immaginario occidentale sul mondo arabo. A sostituirli scorrono decine di solitudini femminili, vissute per la maggior parte con grande dignità, talvolta con rabbia manifesta. Un mondo di donne sole, in cui il maschile non sembra trovare che una fugace cittadinanza. Un'autonomia che colpisce se si pensa quanto realmente la cultura araba sia intrisa di maschilismo. Un coacervo di contraddizioni che percorrono la politica, la sessualità, la religione, e che questi racconti esplorano con varietà di stili.
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