Scuola sulla frontiera

Scuola sulla frontiera

"Il caso Ottlik è talmente isolato nella cultura dei paesi dell'Europa centrale da costituire un vero e proprio oggetto, una sorta di concrezione dell'intelletto e non soltanto un "caso". L'unico vero libro di Géza Ottlik, scrittore ungherese morto nel '90 a settantotto anni, si intitola "Scuola sulla frontiera". È un romanzo di trecentosettanta pagine diviso in tre parti e in tanti capitoletti contrassegnati con semplici numeri arabi. In apparenza si tratta di una tormentosa narrazione che segue le tappe dell'educazione di un gruppo di ragazzi in una scuola di cadetti. La vicenda si svolge in questa scuola sulla frontiera tra l'Ungheria e l'Austria, nei primi anni venti del nostro secolo. Ma come ben presto i lettori si possono rendere conto, una vera e propria vicenda non esiste, e non esiste neppure una narrazione: tutto il libro è una solenne, dolorosa e anche tediosa rievocazione di istanti di vita di un aggregato umano. I personaggi rievocati sono ragazzi tra i dieci e i quindici anni, ma le osservazioni e le descrizioni presentano realtà interiori talmente complesse da togliere qualunque temporalità. Si può trattare di adulti come di bambini o di giovani venticinquenni. Non esiste neppure un soggetto narrante, giacche nella finzione letteraria si tratta piuttosto della chiosatura di un manoscritto steso da uno dei personaggi del libro, certo Gabor Medve. Autore di questo commentario è Benedek Both (Bebé), commilitone di Medve. " (dalla recensione di Pressburger, G., L'Indice 1992, n.11)
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