Il generale immaginario
"Tanto per cominciare, il problema è questo: credere o non credere che fra gli Stati Confederati ci fosse anche il Big Sur? Chilometri di rocce, sabbie, gabbiani, patelle, nuvole, flutti, ranocchi, e in più certi indiani così selvaggi che non coltivavano la terra, non cacciavano, non raccoglievano bacche, non si riparavano dalle intemperie: possibile che tutto questo fosse un giorno uno Stato, capace di mandare al fronte i suoi volontari, agli ordini del favoloso generale Mellon? Ricerche in biblioteca dimostrano che un generale Mellon non è mai esistito, e pazienza. Esiste tuttavia, eccome, il suo pronipote, si chiama appunto Lee Mellon, abita nel Big Sur, anzi vi regna incontrastato, con pochi e cangianti denti in bocca, un appetito cronico in proporzione, due fucili da caccia senza munizioni, una motocicletta smontata, un autocarro senza serbatoio della benzina, una capanna dal tetto troppo basso (metri 1,50), con una parete di terra, una di legno, una di vetro e una d'aria. Sotto, gracidano a notte miliardi di ranocchi, e a farli tacere non valgono improperi, sassate, bisce, alligatori. Ci sono, naturalmente, le donne: per esempio Elizabeth, che per tre mesi all'anno fa la squillo di lusso a Los Angeles, e vive gli altri nove mesi (come una gravidanza) da brava massaia primitiva nel Big Sur; c'è Eliane, che si fece monaca il giorno della nascita, ma pare aver dimenticato per lo meno il voto di castità. La letteratura beat ha trovato il suo umorista." (L. Bianciardi)