La vita intensa
Un romanzo incredibilmente moderno e ironico: la frenesia dei milanesi messa alla berlina fin dal 1919. Nel 1919, infatti, la vita a Milano è già intensa. Nella "capitale morale d'Italia" si muovono frenetiche e zigzaganti sagome di personaggi, colte nell'affannoso - e forse un po' ridicolo - atto di dedicarsi alle proprie attività, siano queste concrete o pure divagazioni dell'io: la tabaccaia, il signore con la valigia, la "donnagelosa", il correttore di bozze. Mentre una voce narrante monta, smonta e rimonta le loro azioni in una sorta di metaromanzo, va in scena un tableaux vivant di caratteri e di tecniche narrative, di cui Massimo Bontempelli fa una parodia lucida e affilata per disgregare il tessuto ideologico di un'epoca e mettere in risalto quei vizi che ancora oggi affliggono l'uomo. Nella suo avanguardismo, non soltanto formale, è una delle prove più felicemente sperimentali della letteratura novecentesca. Come sostiene Carlo Bo, "fedele alla sua dimensione, Bontempelli porta con sé tutto il necessario per dimostrare una sorprendente vitalità o, per essere più esatti, la sua capacità di risposta al senso della vita pura, chimicamente pura".