Facile da usare
Cinque racconti in continuità, minimi e scarni. Un romanzo breve a ritroso, che descrive il più borghese dei triangoli amorosi e la fragile logica dell'abbandono di chi, forse, ha deciso di rinunciare all'amore. In "Facile da usare", Oreste Del Buono scompone e ricompone microesistenze, le passa ai raggi X, scorge le incongruenze più banali e si ostina a ingrandirle a dismisura per far osservare come possano trasformarsi in pericolose frustrazioni o evolversi in fissazioni maniacali. L'esasperazione del dettaglio quotidiano per andare oltre il quotidiano, per raccontare qualcosa di più sui sentimenti. Il tutto in uno stile condiscendente come chi - invece di indignarsi - si abbevera a un filo di pietà: non per commiserare l'uomo ma per resistere, se possibile, con lui.