Una storia ritrovata. Felice Metteo (1885-1962)

Una storia ritrovata. Felice Metteo (1885-1962)

Il rinvenimento, dopo anni, di un diario del nonno offre allautrice linput per ricostruirne la vita sullo sfondo della storia italiana e in particolare della Sardegna e della Puglia tra Ottocento e Novecento. La nascita di Felice che porta, paradossalmente, il nome della madre Felicita, è un evento tragico. La donna, di nobili origini, muore di parto a soli 36 anni. A questo punto, lunico luogo di conforto per il piccolo Felice è il cimitero di Cagliari, oggi museo, dove il volto della madre è effigiato nel bassorilievo eseguito dal noto scultore Giuseppe Maria Sartorio, amico di famiglia. Le parole Felicita Metteo Morganti, moriva dando alla luce un figlio il 13 Maggio 1885 saranno quello che lui chiama il mio certificato di nascita. Il trauma della morte della madre segna la vita del piccolo Felice che viene affidato ad una governante, successivamente ad una zia che, però, non colmano il suo disperato bisogno di affetto che neppure la presenza di tre fratelli riesce ad attenuare. La strana circostanza della morte del padre, che assume i contorni di un giallo, accresce il vuoto affettivo scavato dalla mancanza della madre. Il patrimonio va sempre più assottigliandosi tra spese di avvocati e del venale tutore. Ma Felice è tenace, non si lascia sopraffare da nessuno. Sa affrontare da solo i problemi della vita. Qualità ereditate dalla nobiltà danimo della madre e che in lui si traduce in dignità, forza di volontà e, soprattutto, amore per la cultura. Un retaggio familiare anche per i futuri figli e nipoti. Le lunghe versioni di latino, il pensiero dei filosofi, le scienze sono il rifugio nel quale Felice trova, finalmente, le risposte a quelle domande mai poste. Lo studio sarà, così, il suo amico più fedele. Per motivi economici, però, gli verrà negata la possibilità di conseguire la licenza liceale e, quindi, di laurearsi. Non ho mai permesso che questo si verificasse per i miei figli scrive nel suo diario. Il riscatto avverrà il giorno della laurea di suo figlio Alfredo quando, a sua insaputa, lo spierà con le lacrime agli occhi ma finalmente felice ed appagato. Lautrice non perde mai di vista i riferimenti storici che fanno da contorno agli eventi biografici. Il diario diventa così un prezioso contenitore di fatti storici vissuti dallo stesso protagonista: dal Regno di Sardegna, al banditismo, al colonialismo di Crispi, alla Grande Guerra, allindustrializzazione, al difficile rapporto tra Stato e Chiesa. La ricerca storica appassiona lautrice, ma tale ricerca è sempre temperata dalla passionalità di chi, come lei, è alla ricerca delle sue radici.
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