Gli ussari alati
Quando il gran visir Kara Mustafa esce dalla sala dove il sultano Mehemet IV l'ha appena ricevuto e si ferma a guardare il sole sorgere dietro le cupole e i minareti di Costantinopoli, sa già che l'incarico che gli è stato affidato assicurerà al suo nome la gloria immortale. Mettersi alla testa dell'esercito ottomano - questo gli ha ordinato il sultano -, marciare sull'Europa e prendere la capitale del Sacro Romano Impero, Vienna. E il 1683, l'Europa è spezzettata tra Stati e staterelli e i suoi sovrani sono divisi da invidie, antipatie e questioni territoriali, ma l'Impero ottomano è al culmine della sua potenza. Eppure, mentre le voci e i sussurri di un pericolo oscuro proveniente da sud-est corrono più veloci di qualsiasi staffetta, sono in pochi a rendersi conto che la posta in palio è che di lì a poco, sui cieli d'Europa, da ogni guglia e da ogni campanile, sventoli la bandiera con la mezzaluna - che il vero obiettivo di Kara Mustara non è Vienna, ma Roma. Non lo capisce il "re cristianissimo" Luigi XIV di Francia, che per delle ruggini verso Leopoldo I, imperatore del Sacro Romano Impero, decide di non intervenire, abbandonando la capitale austriaca al suo destino. Le speranze sembrano già perdute, ma non è così. Il papa affida a un frate cappuccino, padre Marco d'Aviano, il compito di creare una Lega Santa tra i sovrani cattolici, chiedendogli in particolare di cercare l'appoggio della Polonia, nelle cui brughiere è custodito il segreto dei misteriosi ussari alati.