Franz von Stuck. Lucifero moderno. Catalogo della mostra (Trento, 11 novembre 2006-18 marzo 2007)
Questa pubblicazione intende ripercorrere l¿opera dell'artista tedesco Franz von Stuck (1863-1928) cui il Mart ha dedicato un'importante mostra proseguendo nell'itinerario di ricerca volto alla presentazione di alcuni grandi artisti ottocenteschi di ambito mitteleuropeo che hanno importanti legami con la cultura italiana. Nei circoli dell'Accademia di Monaco, le invenzioni di von Stuck sedussero artisti destinati a ruoli di primo piano nell'arte del Novecento, come Vassilij Kandinskij, Paul Klee, Giorgio de Chirico, Franz Albers. Un influsso che si fece sentire anche nella tradizione figurativa trentina, e in particolare nelle opere di Luigi Bonazza (1877-1965) e Luigi Ratini (1880-1934). Egli fu un pittore dalle capacità tecniche eccezionali tanto che lo si può considerare l'ultimo dei grandi disegnatori prima della dissoluzione delle forme operata dalle avanguardie del Novecento. Il repertorio figurativo di von Stuck, che si esprime in grandi tele, disegni e incisioni, attinge a piene mani dall'arte classica con centauri, fauni, ninfe rivisitati alla luce di una sensibilità di fine Ottocento aperta all'erotismo e alla malizia. Una conferma della sua grande notorietà in Italia, almeno fino alla prima guerra mondiale, viene dalla grande esposizione a lui dedicata nel 1909 alla Biennale di Venezia e da un'esposizione a Roma nel 1911; in queste due occasioni le istituzioni museali italiane acquistarono ben cinque tra le più importanti tele di von Stuck, ampiamente studiate nel catalogo: lo Scherzo del Museo Revoltella di Trieste, la Medusa della Galleria Internazionale d'arte moderna di Venezia, l'Oreste e le Erinni della GNAM di Roma e la tela più nota di von Stuck, il Peccato della Galleria Restivo di Palermo. Opera centrale del volume (come anche della mostra) sarà tuttavia un quadro mai esposto in Italia: Lucifero. Si tratta di un olio datato 1890 proprietà della Galleria nazionale d'Arte di Sofia riscoperto solo recentemente proprio grazie alla collaborazione tra il Mart e l'ente museale bulgaro.
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