Il ladro di libri

Il ladro di libri

Daniel Brodin, studente squattrinato con ambizioni letterarie conduce una doppia vita tra i salotti della Parigi anni '50, in cui domina la nuova scena esistenzialista e un sottobosco popolato dai personaggi più bizzarri. I continui espedienti per sfuggire alla "normalità" lo conducono presto a una vita da debosciato e impostore. Un libro spassosissimo e acuto, un romanzo grafico dal tono graffiante, che non risparmia nessuno. Alessandro Tota dopo "Yeti" e "Fratelli" questa volta mette la sua scrittura, degna della migliore tradizione della commedia all'italiana, al servizio dei disegni di Pierre Van Hove, astro nascente del fumetto internazionale.
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Recensione del libro fornita da lottavo.it

Di Puca Jeronimo Rojas Beccaglia

“Non riesco a pensare che al modo in cui metterò su carta quello che mi sta succedendo […]. Qualunque cosa accada sarà un libro fantastico, ci si può aspettare di meno da Daniel Brodin?”. “Il ladro di libri” finisce con queste parole, quasi di fretta. Non racconta una vera e propria fine. Ci lascia col dubbio affascinante che sia proprio il libro di Brodin, quello che abbiamo appena finito di leggere. O magari è la sua introduzione. La voce narrante in prima persona che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso pare avercelo suggerito, ma “Il ladro di libri” è scritto (e disegnato) da Alessandro Tota e Pierre Van Hove non da Daniel Brodin…

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