Una filosofia dei giardini
Per Francis Bacon il giardino rappresentava "il più puro dei piaceri umani", Boccaccio lo considerava un luogo di libertà sessuale e intellettuale, uno scenario per discussioni filosofiche e una medicina per il corpo e per l'anima, mentre Plinio il Giovane, che trascorse gran parte della sua vita nei giardini da lui stesso progettati, riteneva che solo in quei luoghi si potesse assaporare "una vita felice e vera", e che coltivare le piante fosse il miglior modo per coltivare se stessi. Ma che cos'è un giardino? Come si spiega l'enorme valore che gli esseri umani attribuiscono alla creazione e all'esperienza dei giardini? Se consideriamo l'entusiasmo per il fenomeno nella civiltà antica e in quella moderna, da Oriente a Occidente, se pensiamo a tutte le possibilità sociali e individuali legate a quest'arte, sorprende che tali domande, tanto vaste quanto fondamentali, siano state così a lungo trascurate dal pensiero filosofico. Questo libro di David Cooper propone una vera e propria "filosofia del giardino", una riflessione su una pratica che sembra distaccarsi sia dalle arti figurative sia dalla contemplazione della natura, attingendo a un campo nascosto delle emozioni, a una verità essenziale dello spirito. Come sottolinea l'autore, quella del giardinaggio è l'unica arte che per sopravvivere necessiti della stretta collaborazione della natura, ed è questa simbiosi a conferirle un carattere di mistero che ancora oggi non smette di affascinarci.
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