Euro in bilico. Lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale
All'alba del nuovo millennio le ambizioni economiche del Vecchio Continente risuonavano come una rivoluzione. Dieci anni fa nasceva, infatti, l'Euro. La nuova moneta veniva introdotta con l'obiettivo di unificare le valute nazionali dei Paesi aderenti all'Euro zona e di coordinare le politiche monetarie degli Stati dell'Ue. Doveva servire anche a garantire la crescita e l'occupazione, per il raggiungimento della coesione sociale e territoriale dell'Unione e la protezione dalle speculazioni finanziarie contro le singole economie. Grandi aspettative, appunto, che oggi dopo un decennio non hanno dato i risultati sperati: i Paesi che hanno adottato l'Euro mostrano un ritardo nella crescita economica rispetto a quelli che hanno mantenuto la sovranità monetaria nazionale. Bruno Amoroso, economista di fama internazionale, a lungo stretto collaboratore di Federico Caffè, ricostruisce le cause di questo fallimento e ne individua i responsabili. Gli stessi che hanno portato al crollo delle borse, dei gruppi finanziari che gestiscono gran parte dei mutui per le case (Fannie Mae e Freddie Mac) seguito da quello di alcuni Hedge Fund e delle maggiori banche d'investimento. Una crisi, quella attuale, che è solo l'ultima di una serie iniziata nella metà degli anni Ottanta, dopo la deregolamentazione introdotta da Reagan, e continuata poi da Clinton, Bush fino a Obama.
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