L'infinito in un boccone
Una ballerina quarantenne pelle e ossa, una bambina che non parla, un prete obeso e Francesca, magistrato di trenta anni la cui giornata e' scandita da abbuffate fuori controllo: i personaggi di ''L'infinito in un boccone'', libro pubblicato dalla casa editrice Sinnos, scoprono se stessi negli opposti, condividono una sofferenza comune e capiscono di non essere soli. Una scoperta straordinaria che e' la stessa fatta dall'autrice Paola Balzarro quando, per curare i propri disturbi alimentari, decise di seguire un percorso in una clinica specializzata, percorso al quale si e' poi ispirata per raccontare non tanto una malattia psico-fisica, quanto uno straordinario incontro umano. ''Nella clinica che ho frequentato e in quella di cui parlo nel mio romanzo - ha raccontato la scrittrice all'Adnkronos Cultura - si ritrovano persone con disturbi diversi: ecco, questo e' il nuovo punto di vista attraverso il quale affronto il tema dei disturbi alimentari, mettendo insieme le due facce della stessa medaglia, ovvero l'anoressia e l'obesita'. Due problemi apparentemente lontani, ma che nascondono un pensiero comune: quello del tutto o niente''. ''Tanto nell'anoressico quanto nell'obeso - ha spiegato Paola Balzarro - c'e' la tendenza a pensare in termini radicali, ma la scoperta eccezionale e' che la cura di queste due malattie si puo' affrontare insieme, scoprendo nell'opposto quella stessa radice di sofferenza. Insomma, si tratta di scoprire te stesso nell'altro''. Del suo percorso clinico, frequentato in day hospital per tre mesi, Paola Balzarro parla come di un'esperienza straordinaria: ''Grazie al percorso che ho seguito, ho finito non solo di affrontare e risolvere il mio problema, ma soprattutto ho avuto la possibilita' di conoscere persone che altrimenti non avrei mai conosciuto e di fare esperienze che altrimenti non avrei mai fatto: penso a una bambina anoressica che mi ha raccontato i suoi problemi e a una punk sedicenne che si e' aperta fino a piangere. Alla fine, quello che mi ha colpito di piu' e che ho raccontato nel libro e' stato il discorso umano''. Inizialmente titubante, Paola Balzarro riteneva la sua esperienza clinica troppo personale per essere raccontata in un romanzo, ma poi, spinta dallo scrittore e amico Ivan Cotroneo, appena finita la cura ha iniziato a scrivere ''L'infinito in un boccone''.
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