Occhi di zagara
"Le zagare non hanno bisogno di molte cure per fiorire e profumare e vivere; anche in funzione di questo, il titolo della raccolta risponde perfettamente alla formazione culturale, emozionale ed etica di Paola Sarcià. La rosa del deserto si adatterebbe a diventare il simbolo di questa silloge; il tempo infatti si svolge impietoso sopra le cose, le appesantisce e le logora, qualche volta però addensa nei secoli piccoli cristalli che offrono alla caducità una statuaria forma di rosa. [...] Il valore del testo consiste nel nascere e vivere senza orpelli, senza inizi, senza fine, senza parole inutili o eccesso aggettivale, si staglia conciso nella sintesi di un lampo prima del temporale e lascia in chi legge la nudità della vita e del dolore..." (dall'introduzione di Patrizia Garofalo).
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