Ad Istanbul, tra pubbliche initimità
La poetica di Enrico Pietrangeli è costruita su un'idea antica ed epica di eroismo dove l'autenticità è fissata dalla sequenzialità degli eventi scaturiti dalla macrostoria. Il percorso a ritroso è scandito da fatti bellici, dalle grandi guerre all'11 settembre, ma è anche un tributo a maestri di poesia del passato, da Baudelaire a Rumi fino ad Ungaretti al quale è dedicata, oltre che una poesia, la chiusa della silloge: "M'illumino di provvisorio". Ad Istanbul, tra pubbliche intimità rivela, già nel sottile calembour del titolo, la disinvolta 'pruderie' che cerca sinergie tra ciò che eticamente inibisce lo sguardo di sé e ciò che umanamente spinge un 'io' svestito e indifeso a guardare il mondo al di là di se stesso e a creare equilibri, a volte persino sinistri o indecenti, con i potenti fermenti della realtà: "permango nel terrore che altri/possano guardarmi dentro:/nudo, impaurito, bambino./Sono un sassolino sul selciato,/scalciato, altrove abbandonato". (dalla Prefazione di Simonetta Ruggeri).
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