Le riforme del lavoro. Dalla legge finanziaria 2007 al protocollo sul welfare
Con la stipula del Protocollo del 23 luglio 2007 il governo e le parti sociali hanno imboccato la strada della correzione, e anche in prospettiva della ampia rivisitazione di alcuni spezzoni della Riforma del 2003, ma ne hanno nella sostanza confermato l'impianto. Si tratta di un primo passo verso forme di regolazione sociale post-fordista della flessibilità, che riabilitando la prassi dei protocolli trilaterali riannoda i fili della critica in chiave progressiva: si prospetta l'eliminazione di alcuni istituti simbolo della precarietà (il lavoro a chiamata), rinviando alle parti sociali il destino della somministrazione a tempo indeterminato; si prefigura l'adozione di una serie di misure migliorative della disciplina dell'apprendistato, basate sulla fissazione di standard nazionali di qualità della formazione e sul rafforzamento del ruolo dell'autonomia collettiva; si prosegue l'azione di contrasto all'uso fraudolento del lavoro autonomo nella versione a progetto, e si riaffermano le principali novità che l'esecutivo ha messo in campo in questa prima difficile fase di attuazione del programma.
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