La morte secondo Shakespeare. Veleni, coltellate e cuori infranti
Nella Londra elisabettiana, la morte - naturale e non - era un evento quotidiano, che Shakespeare ha descritto senza indugi e con grande attenzione per i dettagli. Avvelenamenti, pestilenze, carestie, malattie di ogni genere, decapitazioni, suicidi... sono tante le morti inscenate dal grande drammaturgo inglese. In questo libro Kathryn Harkup le esplora tutte, dalle più creative alle più brutali, con un approccio scientifico, storico e letterario rigoroso. Si può morire per un cuore infranto? Si può uccidere qualcuno versandogli veleno nelle orecchie? In quanti modi poteva essere eseguita una pena capitale? Nel cercare le risposte a queste e altre domande, Harkup non si limita a catalogare le diverse tipologie di morte, ma le confronta con le conoscenze scientifiche dell'epoca e le inserisce nel loro contesto, chiedendosi non solo quanto siano realistiche, ma anche quale effetto potessero avere sul pubblico di allora. Il risultato è un intreccio di spiegazioni fisiologiche e anatomiche, citazioni delle opere del bardo e riferimenti alla vita quotidiana: una panoramica vivida e inedita dell'Inghilterra del XVI secolo, fra scienza e medicina, salute e sicurezza, crimine e pena.