L' inibizione creatrice
Senza l'inibizione non riusciremmo a decidere, agire, imparare. Non riusciremmo a essere empatici, tolleranti, creativi, in una parola, non riusciremmo a vivere. Alain Berthoz aggiunge un nuovo tassello alla sua rigorosa analisi dei processi neurofisiologici del cervello, dove le neuroscienze dialogano con le scienze umane e sociali.«Il cervello è un cavallo impetuoso controllato dalle redini dell'inibizione», scriveva Berthoz in La scienza della decisione: una suggestiva immagine che anticipava il tema approfondito in questo suo ultimo libro. Il continuo gioco tra eccitazione e inibizione, tra freno e acceleratore, è il frutto di una raffinata modulazione dei circuiti neurali che, svolgendo con precisione il proprio lavoro, arginano il caos incontrollato e danno origine ai meccanismi di scelta e decisione, all'immaginazione e alla creatività. Ma cosa succede quando questo delicato equilibrio si altera? Si allentano le barriere che scatenano nell'uomo l'atto violento, ci ammonisce Berthoz; una potente e temibile miscela di impulsività e negazione dell'altro che raggiunge il suo apice nei criminali e nei fanatici, fino ai dittatori. L'inibizione svela allora l'altra faccia del Giano bifronte, quella in cui la saggezza del corpo – capace di straordinari meccanismi di autoregolazione – diventa follia della mente, talvolta collettiva, come la storia umana anche recente ci ha tristemente insegnato.