Una vita appesa

Una vita appesa

“O che fatica dare un senso al non senso della vita”. Ed è una fatica che solo la poesia, in senso sintetico, globale, simbiotico, quale alto e altissimo volo verso le stelle, da “aspera ad astra” , può dare. Così, di quella “fatica” dà testimonianza La vita appesa, “l’attendant godò!” di Rino Piroscia che si avvale, per esprimersi, della capacità poetica di questo insegnante, operatore culturale, produttore, scrittore, compositore di dolci tempeste del cuore. Ed è una capacità poetica che raramente si trova nel quotidiano andare di ogni vita che è, per ciascuno di noi, un percorso al quale può dare un senso, un fine, un futuro solo e soltanto la Cultura. La Cultura che nasce dalla sperimentazione interdisciplinare di tutti i linguaggi per la comunicazione e l’integrazione sociale e che nella poesia trova il suo “fare”. Poiché poeta è una parola a radice greca che significa: “Colui che fa”! E di “fare” dei poeti come Rino Piroscia bisogna rendere onore e/o omaggio! E consentire che il fare poetico sempre più si diffonda quale linguaggio tra le persone. È il primo e/o forse il solo linguaggio che danza e lascia traccia del pensare e del vivere. Dalla presentazione di Maria Rita Parsi.
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