Spie di Dio. Il destino dei vinti, la memoria dei vivi. Immagini e parole perdute di età tardoantica. Ediz. illustrata
Il regno di Teodorico, basato sull’armonia di forze opposte e su una politica di tolleranza religiosa è considerato un esempio di civiltà. Ma colui che per la sua saggezza era stato paragonato a Tito, divenne alla fine della vita un tiranno violento e fece uccidere i suoi più illustri collaboratori. Un vero e proprio enigma per gli storici. Ma un enigma nell’enigma è la scomparsa di ogni notizia su chi avrebbe potuto essere l’ultima speranza di salvezza: Eutarico Cillica, che aveva sposato Amalasunta, figlia di Teodorico. Eutarico sparisce letteralmente dalla scena. Ma nessuno ne parla. Non sappiamo neppure la data della sua morte. Perché? Forse il problema può essere affrontato con uno spirito nuovo, ridando la parola alle “parole mute” dei vinti. A cominciare da Boezio, la vittima più illustre di Teodorico. Tra i disegni autografi di Boezio nel codice XL (38) della Biblioteca Capitolare di Verona, vi sono alcuni schizzi che rappresentano Eutarico attaccato da un serpente inviato da Amalasunta e dal suo amante Triguilla. Come Maestro degli Uffici, Boezio poteva avere informazioni riservate. Al suo servizio c’era un corpo speciale di informatori, che potevano svolgere indagini su chiunque.