Ricomporre l'identità. Terremoto, città e beni culturali della Chiesa
Ricomporre l'identità. Terremoto, città e beni culturali della Chiesa: «L'Italia ha creato e custodisce un patrimonio artistico di valore incommensurabile. Allo stesso tempo, una grande parte del suo territorio è caratterizzato da un elevato rischio sismico. Per questo motivo, la riflessione sull'esperienza italiana, in un certo senso unica, è di straordinaria importanza. Un terremoto provoca sempre delle perdite e delle ferite. Innanzitutto, delle perdite e delle ferite che riguardano le persone coinvolte. Inoltre, un terremoto provoca delle perdite e delle ferite nel tessuto sociale ed economico. E, ovviamente, un terremoto provoca delle perdite e delle ferite per i gravi danni causati ai beni culturali e artistici delle aree colpite. Perciò si parla, con tutta proprietà, di 'bellezza ferita' e di 'arte ferita'. In questo libro ci occupiamo del modo di curare queste ferite o, meglio ancora, del modo di 'ricomporre l'identità', come evidenziato dal titolo stesso. E qui, penso che siamo proprio al centro della questione. Parliamo di una questione di identità perché i beni culturali, e tra di essi i beni culturali della Chiesa, sono sempre espressione di una identità. Se questa identità è ferita, dobbiamo fare tutto il possibile per ricomporla, pur nella consapevolezza che qualche cicatrice probabilmente rimarrà». "Italy has created and holds an artistic patrimony of incommenabile value. At the same time, a large part of its territory is characterized by a high seismic risk. For this reason, the reflection on the Italian experience, in a certain sense, is of extraordinary importance. An earthquake always causes leaks and wounds. First of all, the losses and wounds that affect the people involved. In Addition, an earthquake causes losses and wounds in the social and economic fabric. And, of course, an earthquake causes losses and wounds due to the serious damage caused to the cultural and artistic assets of the affected areas. Therefore we speak, with all property, of ' wounded beauty ' and of ' wounded art '. In This book we deal with the way to heal these wounds or, better still, the way to ' recompose the identity ', as evidenced by the title itself. And here, I think we're right in the middle of the matter. We are Talking about a question of identity because cultural heritage, and among them the cultural heritage of the Church, is always an expression of an identity. If This identity is wounded, we must do everything we can to recompose it, even in the knowledge that some scars will probably remain. '
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