Rivolta e disincanto. Franz Jung e l'avanguardia tedesca
Il nome di Franz Jung (1888-1963), rivoluzionario, scrittore, drammaturgo, giornalista e saggista, non è molto noto in Italia, nonostante figuri ormai nei manuali tedeschi di letteratura. Il volume si propone di presentare un profilo storico-critico di Jung nel contesto più vasto dell'Espressionismo tedesco e delle molteplici culture che innervano gli anni della repubblica di Weimar fino alla sua ricezione nella seconda metà del Novecento. Il primo capitolo tratta gli anni giovanili del bohémien nella Monaco di inizio secolo, tra anarchismo, simbolismo e décadence, fino all'esperienza della Prima guerra mondiale. Il secondo capitolo è dedicato al rapporto con il movimento dada in Germania, di cui Jung si fa promotore. Nel terzo capitolo si affronta la fase dell'immediato dopoguerra - tra rivolta letteraria e rivoluzione politica che ispira la produzione agitprop di Jung. Nelle pagine dell'autobiografia, infine, pubblicata nel 1961, si rintracciano quelle "figure della rivolta" riconducibili a uno specifico immaginario novecentesco, teso tra i poli dell'utopia più radicale e del più totale disincanto. Ne emerge la crisi e la definitiva "perdita di aureola" dell'intellettuale in una Germania scossa dalla guerra, dalla rivoluzione e dalle profonde trasformazioni di una modernizzazione che appare ormai vanificare ogni forma di progettualità.
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