Il fascino delle divisioni
E vivo il ricordo dell'esperienza vissuta in una prima media di tanti anni fa. Grazie a un giovane e lungimirante insegnante di matematica, gli alunni di quella classe antica eseguono a mente calcoli anche di media difficoltà, con il permesso di utilizzare, in casi particolari, una matita e un quaderno, come unici supporti. L'amarezza di constatare un generale abbandono all'impiego di strumenti tecnici anche per calcoli semplici, spinge l'autore a invitare alla rinuncia delle calcolatrici sempre e comunque. Uno sprone a mantenere la mente in esercizio, impedendo che si atrofizzi. L'autore, affascinato dall'operazione più difficile, la divisione, suggerisce il modo di pervenirne al risultato con calcoli minimi, se non addirittura nulli. Stupito dall'avversione riscontrata verso i numeri, esorta ad osservarli senza timore entrando, con buona predisposizione, nel loro mondo e invitando a porsi fiduciosi in ascolto, nella speranza di riuscire a sentire i suoni armonici che da essi promanano. Il lavoro termina con la potenza al quadrato con base a due cifre, per il cui calcolo si suggeriscono due metodi di calcolo mentale molto particolari.