Guardando da lontano
Nello scenario di povertà di un Sud America che vive le contraddizioni dell'epoca presente, Dalila viene privata della propria infanzia da un padre aggressivo che abusa di lei e da una madre violenta. Vive, ospite di una famiglia che la prende in affido, una breve parentesi di serenità ma, ben presto, si ritrova vittima di ignoranza e miseria nella famiglia di origine. Viene venduta ad un uomo facoltoso e questo è fonte di guadagno per i genitori e i fratelli minori. L'amore per Josè, un ragazzo coetaneo di ottima famiglia che sta ultimando gli studi, crea in Dalila l'illusione che una vita normale sia possibile ma non è così: rimasta incinta è costretta a lasciare la figlia ai nonni paterni, ad abbandonare Josè e a ritornare alla vita di prostituta. Un'esistenza di sacrifici, rinunce e umiliazioni, alla costante ricerca di un riscatto. La figura di Gilson, che è fondamentale per Dalila nei momenti di maggior disperazione, e il desiderio di riavere con sé le due figlie, la seconda nata da un rapporto che non lascia traccia nella sua vita, sono ciò che la aiutano a sopravvivere. Si trasferisce in Europa, in Italia prima e in Svizzera successivamente, dove trova un marito da cui ha un terzo figlio e una vita lontana dal mondo della prostituzione. Il riscatto totale Dalila lo raggiunge nel momento in cui riesce ad essere libera di gestire la propria vita e quella dei suoi figli.
Momentaneamente non ordinabile