Mussolini lettore di Dante
Lo sapevi che la Zona del Silenzio l'ha voluta Mussolini? Il culto del Fascismo per Dante era sincero o calcolato? Dante è stato una fortuna per il Fascismo? Defascistizzare Dante non assomiglia a denazificare l'Ucraina? Dante in politica era uno sconfitto o un preveggente? Cosa unisce l'antifascismo da cassetta e quello da scalata? Si può parlare di "neoantifascismo costituzionale"? Esiste davvero la parte giusta della storia? Ho cercato qui la risposta a queste, e ad altre domande, sul fascio prepotente di luci e ombre lanciate dal Ventennio su Dante e la Divina Commedia, e ho visto ombre non meno illuminanti delle luci. Ivan Simonini, primo firmatario dell'Atto Costitutivo della Fondazione Flaminia che nell'autunno 1989 riportò a Ravenna l'Università avviando il decentramento dall'Alma Mater Studiorum con nuovi corsi di laurea in Scienze Ambientali e Beni Culturali, ha tra l'altro pubblicato: "La basilica degli specchi. Ravenna e i ravennati nella letteratura universale" (1993), "Mille e una Eva. Dialogo di Aladino con il Genio e la Zingara" (2001), "Il soldino. Paradossi e profezie" (2005), "I mosaici ravennati nella Divina Commedia. Dagli ultimi canti del Paradiso ai primi dell'Inferno in 111 visioni" (2021, seconda edizione accresciuta). Con Beatrice Buscaroli, Alberto Giorgio Cassani, Emanuela Fiori e Claudio Spadoni, fa parte, come Presidente, del Comitato Scientifico del Salone dei Mosaici nella Casa del Mutilato di Piazza Kennedy a Ravenna.
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