Un tesoro sotto il tetto. Ricerca fra storia e tradizione dell'aceto balsamico tradizionale reggiano
Questo libro sa d’aceto, ma di un aceto nobile, profumato e invecchiato lungamente, tipico di queste zone; un aceto antico, la cui lavorazione, attraversando i millenni, ha rappresentato il testimone da tramandare di padre in figlio nella corsa inarrestabile verso il perfezionamento del prodotto. Le testimonianze archivistiche o narrative sono molteplici e affondano le radici nell’era canossana e nel “botticello d’argento” (il donizoniano “argenti vegetem”) che si richiama alle gesta diplomatiche del margravio Bonifacio. Dalla pergamena del cantore di Matilde alle numerose carte che attraversano il tempo e affollano le filze dei notai, è un susseguirsi costante di fonti, richiami, dati, notizie e quant’altro serva per ricostruire il lungo percorso di un prodotto che, nato in queste terre, ha acquisito prestigio e stima ben oltre i confini provinciali. L’aceto balsamico è una ricchezza per chi lo produce e per chi lo consuma e soprattutto è una ricchezza per la comunità locale. Il balsamico è un degno rappresentante della tradizione e dell’identità di un territorio, perché proprio la tavola e la gastronomia rappresentano uno dei legami più forti con i nostri antenati, la loro quotidianità e con i loro costumi. Ecco perché il balsamico ha una storia che val la pena di essere raccontata, una storia fatta non solo di date, personaggi illustri, eventi, ma soprattutto di impegno, dedizione e operosità.
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