Prove di unità, unità alla prova. Gli antefatti del Risorgimento e i moti del 1821
Ispirati dai tentativi di insurrezione spagnoli del gennaio 1820, culminati nella battaglia del Trocadero, cui partecipò il principe Carlo Alberto di Savoia, erede al trono di Sardegna, anche in Italia si moltiplicarono i primi tentativi insurrezionali: nel luglio 1820 a Napoli e in Sicilia andarono organizzandosi gruppi di ribelli; nel marzo 1821 scoppiò la rivoluzione in Piemonte. Obiettivo dei moti non era ribaltare la monarchia sabauda, anzi la richiesta al re fu quella di unificare l'Italia. La repressione fu durissima: furono eseguite alcune condanne a morte, e in molti furono costretti a fuggire. Nel Lombardo-Veneto la scoperta di alcune società segrete portò a processi e condanne contro molti degli oppositori del dominio austriaco. Santorre di Santa Rosa, patriota piemontese, fu sindaco di Savigliano e sottoprefetto della Spezia, durante l'occupazione napoleonica del Piemonte. Dopo la Restaurazione, fece parte dell'esercito sardo. Animatore dell'insurrezione liberale del 1821, assunse l'incarico di Ministro della Guerra. Il fallimento lo costrinse all'esilio in Svizzera, Francia e Inghilterra, controllato dalla Santa Alleanza. Nel 1824, partito per la Grecia, in guerra contro i Turchi per l'indipendenza, entrò nelle file degli insorti, e morì su un isolotto di fronte a Navarino.