Le avventure di Chiaffredo Bergia nella caccia ai briganti abruzzesi
Ogni carabiniere sa chi è stato Chiaffredo Bergia, il carabiniere più decorato della storia, un modello della lotta contro l'illegalità. La lenta emarginazione dell’insegnamento della storia nella formazione culturale dei cittadini ha fatto sì che essi ignorino, oltre agli eroi ed eroine del Risorgimento e della Grande Guerra, anche chi è stato questo personaggio che invece a chi difende la democrazia è stato insegnato come esempio di comportamento. Si sono tenuti separati i modelli etici nella vita comune dello Stato democratico tra un esercito di tutori e i cittadini, quasi a incasellare e, in sostanza ghettizzare, i comportamenti eroici legati a combattimenti, orientandosi a privilegiare gli eroi-vittime, e non gli eroi-combattenti, come appunto l'ex pastore Bergia, entrato nel mito, ma solo per i carabinieri. Il carabiniere piemontese Chiaffredo Bergia tra il 1861 e il 1872 diede la caccia ai briganti tra Abruzzi, Stato Pontificio, Puglia e Campania, combattendo con i famosi briganti Tamburini, Giorgiantonio, Palombieri, Crocitto, Del Guzzo e Lonnino. Il racconto degli agguati nei boschi e nei pascoli sommitali, degli inseguimenti notturni e delle sparatorie s’intreccia con la descrizione della vita sociale ed economica negli Abruzzi e del processo di modernizzazione intrapreso dallo Stato unitario. Il racconto delle avventure di Bergia è anche il racconto del passaggio da una società pastorale a una borghese. Prefazione di Gianni Oliva.
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