Cent'anni di rettitudine. La storia del Comandante Diavolo e del processo don Pessina
La storia di un uomo giusto, un Hombre vertical nel senso più pieno della definizione. Partigiano, sindaco, marito e padre. Condannato innocente non accetta mai una colpa che gli è estranea non solo giuridicamente, ma soprattutto idealmente e moralmente. Il comandante “Diavolo” rimane stritolato dalle logiche della guerra fredda, scelto come obiettivo da apparati dello Stato e dalla Chiesa, è abbandonato, per ragioni di partito, dal P.C.I., locale e nazionale che, pur cosciente della macchinazione, preferisce proteggere altri dirigenti forse più omogenei alla linea del partito. Scarcerato dopo dieci anni, Nicolini rifiuta l’ingiusta condanna scontata e, proclamando sempre la sua estraneità all’omicidio di don Pessina, lotta fino alla revisione del processo e al riconoscimento della sua innocenza. Dopo 47 anni di sofferenza e battaglie, il “Comandante Diavolo“ torna ad essere un uomo libero da ogni sospetto e uno dei simboli più limpidi della Resistenza e della democrazia italiana. Prefazione Giuliano Pisapia. Postfazione di Frediano Sessi.