Hanno impiccato Titti
Federico Salimbene ha trentasei anni, un romanzo da scrivere, una donna che non vuole amare, un datore di lavoro che detesta. Costretto in un presente che non può liberarsi del passato, si mette alla ricerca di sé attraverso la scrittura, che è sì espressione letteraria, ma che sembra, anche, l'unica possibile via di riscatto. Alla labilità dell'ispirazione, alla propria incapacità di trovare in sé i motivi e i temi dello scrivere, e quindi del vivere, il protagonista reagisce, fino ad una conclusione sorprendente e originale, facendo ritorno alla fonte prima della propria spinta artistica ed esistenziale: la vita realmente vissuta.