Morire per sopravvivere. Una storia vera all'85%
Morire per sopravvivere. Una storia vera all'85%: Chuck Klosterman nasce nel Minnesota, cresce in una fattoria del North Dakota, diventa giornalista e nel 2002 compie il grande salto: si trasferisce a New York. Lì, a quasi trent’anni, la sua carriera di critico musicale decolla, scrive per riviste famose e raggiunge lo status di autorevole esperto di cultura pop. Spin gli affida progetti speciali come un reportage sui morti illustri del rock'n'roll. Questa la realtà dei fatti. Poi c’è questo libro, che è realtà vera all’85%: il frutto di una rielaborazione personale della lezione di David Foster Wallace, e di un cammino originale di scrittore | In Morire per sopravvivere Chuck viaggia per ventuno giorni e diecimila chilometri dentro l’America delle grandi metropoli e dentro l’America profonda. Visita il Chelsea Hotel e i campi di grano, Seattle e le paludi: cerca Duane Allman, Sid Vicious e John Lennon, cerca i Lynyrd Skynyrd e Kurt Cobain. Ma il suo non è un lugubre pellegrinaggio, una descrizione morbosa dei luoghi dove sono morte le rockstar. Perché le tombe gli interessano molto meno delle storie e dei miti. Questo romanzo dal vero e sulla strada narra così la leggenda della musica rock, e come questa leggenda viva e continui a rinnovarsi da decenni, in ogni ragazzino pronto a giurare sui Led Zeppelin o i Nirvana; ma Morire per sopravvivere ci racconta anche la storia di Chuck: la sua infanzia rurale, le sue teorie geniali sui Kiss e soprattutto i suoi amori complicati che irrompono ovunque e si rifiutano di lasciare incontaminato il lavoro del critico musicale.
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