Fìdeg

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Durante una cena a base di coniglio in umido e vino rosso con la schiuma in compagnia di celebri scrittori, Bisi, articolista freelance e aspirante scrittore frustrato, accoglie con entusiasmo l'idea di una rivista letteraria intitolata "La tubatura". La sua fervida fantasia lo porta subito a immaginare un articolato schema idraulico, completo di wc e omini serafici in cima ai tubi, intenti a produrre letteratura. Come dire che la rete fognaria rappresenta il mercato editoriale in cui confluisce tutta la produzione letteraria. Però il dattiloscritto di Bisi, il lavoro di una vita, anziché nella fogna finisce al macero: la Storia degli Eroi di pace e di guerra da Garibaldi ai giorni nostri, chiuso nel baule di una Punto Van, è dimenticato in un autolavaggio e quindi distrutto. Bisi non demorde e si decide per la riscrittura, svolazzando tra dolce stilnovo, Mina, Kundera, Calvino, Sandro Veronesi, Umberto Eco. Ma perché scrivere di eroi, oggi, fìdeg? Meglio la figura dell'antieroe, più novecentesca e "alla Bisi". Dissacrante e implacabile, Bisi spalanca una a una le porte dietro cui si celano gli scheletri della società contemporanea; ne esce una radiografia al vetriolo della letteratura italiana, con i suoi tic e miti, le sue idiosincrasie e psicosi.
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